Dal microfulfillment al ritiro fuori casa, la logistica dell’ultimo miglio sta vivendo una trasformazione strutturale destinata a ridefinire per sempre la relazione tra merchant, consumatori e operatori del settore.
Il 2025 si profila come un anno di svolta: da una parte l’accelerazione tecnologica, dall’altra l’aumento delle aspettative dei consumatori e la crescente attenzione ai temi ambientali stanno imponendo nuovi standard e nuovi modelli organizzativi.
A dirlo non sono solo gli analisti, ma anche i numeri. Secondo il report “Omnibus Logistica 2025” di ShippyPro, la velocità media di consegna in Italia è passata da 5,8 giorni nel 2021 a 3,8 giorni nel 2023. Parallelamente, i centri di microfulfillment passeranno dagli attuali 250 a oltre 5.600 entro il 2030, segnando una delle trasformazioni logistiche più radicali degli ultimi decenni.
In questo articolo analizziamo i 5 trend principali che stanno plasmando il futuro della logistica last mile.
5 trend che stanno rivoluzionando il last mile
1. Microfulfillment: la chiave per le consegne in giornata
Il tempo di consegna è diventato uno degli indicatori più critici nella Customer Experience. I dati confermano un trend netto: in due anni, la media dei giorni necessari per completare una spedizione è diminuita del 35%.
A trainare questo cambiamento sono i centri di microfulfillment, strutture logistiche agili e distribuite sul territorio, pensate per ridurre al minimo le distanze tra prodotto e consumatore. Più vicini alle aree urbane, più integrati con i canali eCommerce, più rapidi nei tempi di evasione. Ma questa rete emergente da sola non basta: per garantire efficienza reale, deve essere connessa a una distribuzione intelligente dell’ultimo miglio. E qui entra in gioco il modello Out of Home.
2. Out of Home delivery: non un’opzione, ma una necessità
Il ritiro fuori casa – presso Locker e PUDO come edicole, tabaccherie e negozi di prossimità – non è più una soluzione alternativa alla consegna a domicilio, ma è diventato uno standard operativo, una risposta concreta alle sfide economiche, ambientali e logistiche del last mile.
Ma la vera chiave di lettura non è solo quantitativa. Il valore dell’OOH si misura infatti anche in termini di impatto sull’esperienza utente e sulla sostenibilità complessiva del sistema.
Secondo l’International Post Corporation, l’81% dei clienti si dichiara soddisfatto quando il punto di ritiro dista meno di 100 metri da casa. Una percentuale che scende drasticamente al 43% se la distanza supera 1 km. Questo significa che la prossimità è la vera unità di misura dell’efficienza percepita. E qui l’Italia sconta ancora un pesante ritardo. Nonostante una rete di oltre 60.000 PUDO attivi, il nostro Paese registra meno di 10 punti ogni 10.000 abitanti, ben al di sotto della media europea che oscilla tra 12 e 17. I Locker, in particolare, faticano a decollare, con una presenza ancora marginale rispetto ai modelli consolidati in Polonia, Francia o Regno Unito.
La situazione è quindi paradossale: in termini assoluti l’Italia è tra i primi cinque Paesi in Europa, ma resta fragile in termini di copertura, accessibilità e interoperabilità. Le reti sono spesso proprietarie, chiuse e poco integrate. In questo contesto, soluzioni come quelle proposte da GEL Proximity, che aggregano oltre 300.000 Punti di Ritiro in un’unica piattaforma interoperabile, rappresentano un fattore abilitante fondamentale per trasformare il potenziale in realtà operativa.
Il ritiro fuori casa non è solo una questione di efficienza: è una leva strategica per ridurre i costi, evitare consegne fallite (che costano in media 14 euro l’una) e abbattere fino all’82% le emissioni rispetto alla delivery a domicilio. È una scelta tecnologica, ambientale e culturale. E il 2025 potrebbe segnare il punto di svolta anche per l’Italia, a patto di agire con decisione su standard, interoperabilità, educazione e politiche pubbliche.
3. Logistica inversa: la nuova frontiera del valore
La gestione dei resi non è più solo una voce di costo, ma una delle sfide chiave per costruire un modello logistico davvero sostenibile ed efficiente.
In Italia, secondo i dati raccolti da ShippyPro, circa 4 ordini su 10 vengono restituiti. Un dato in linea con le tendenze globali, ma che impone riflessioni profonde sulla logistica inversa. I resi non rappresentano più solo un ritorno di merce: sono parte integrante del customer journey, in grado di condizionare la reputazione del brand e l’efficienza della supply chain.
Tra le tendenze più rilevanti spiccano i resi paperless, che semplificano le operazioni per il cliente e riducono gli errori: al posto della classica etichetta stampata, basta un QR code per avviare la procedura. Un cambiamento apparentemente semplice, ma capace di ridurre significativamente attriti e costi.
A questo si aggiunge il crescente utilizzo di punti Out Of Home per la restituzione: Locker e PUDO diventano così non solo nodi di consegna, ma anche hub strategici per la logistica inversa.
4. Dati e visibilità: la spina dorsale della logistica moderna
Una supply chain che non comunica è una supply chain che non funziona. La visibilità delle spedizioni, soprattutto nell’ultimo miglio, è oggi uno dei fattori più critici secondo il 61% dei retailer. Il problema non è solo tecnico, ma culturale: molte aziende continuano a gestire i propri flussi con sistemi non integrati, spesso pensati per un mondo che non esiste più.
Le piattaforme di gestione multi-corriere e le API avanzate stanno diventando lo standard per chi vuole governare il caos dell’ultimo miglio: dalla generazione delle etichette alla gestione predittiva delle giacenze, dalla selezione dinamica del corriere alla notifica automatica al cliente, ogni passaggio deve essere connesso, misurabile, ottimizzabile.
5. Sostenibilità: dal pacco al pianeta
La logistica sostenibile non è più una nicchia. Secondo il report ShippyPro, il 63% dei consumatori dichiara di evitare prodotti con packaging inquinante. E non è solo una questione di materiali: il 66% delle emissioni di CO2 nelle aree urbane potrebbe essere evitato se tutte le consegne fossero effettuate tramite Locker o PUDO. Le aziende non possono più permettersi di ignorare questi dati.
Oltre al packaging ecologico, emergono pratiche come le spedizioni packageless, i resi con imballaggi riciclabili, e l’adozione di flotte elettriche per l’ultimo miglio. In parallelo, la compensazione delle emissioni tramite progetti certificati diventa una leva strategica non solo per ridurre l’impatto ambientale, ma anche per costruire una narrazione credibile verso i propri clienti.
Innovare oggi per non rincorrere domani
La logistica dell’ultimo miglio è un laboratorio in piena evoluzione, in cui tecnologia, sostenibilità ed esperienza utente si intrecciano.
Lo scenario è ormai chiaro: chi saprà investire in reti distribuite, automazione, OOH delivery e strumenti di business intelligence avrà un vantaggio competitivo duraturo, e chi oggi affronta la logistica con gli strumenti del passato domani si troverà fuori mercato. Il tempo della transizione è ora. E tu, cosa stai aspettando?
GEL Proximity si propone come il partner tecnologico ideale per abilitare una logistica moderna, sostenibile e omnicanale. Grazie a una piattaforma integrata con oltre 300.000 Punti di Ritiro e reso, GEL ti supporta nell’adozione di modelli Out of Home flessibili, efficienti e a basso impatto ambientale.