Redazione
29 Aprile 2025
Trend

Dazi doganali: la nuova sfida (nascosta) per l’eCommerce europeo?

Il tema delle relazioni – o tensioni – commerciali tra USA e UE è ormai al centro del dibattito da diverse settimane. Tra dazi doganali annunciati e poi temporaneamente bloccati, è arrivato il momento di provare a fare un po’ di chiarezza su come questi famosi dazi rischiano di colpire direttamente il cuore pulsante dell’economia digitale europea: l’eCommerce. 

In altre parole, la domanda che ci siamo posti in GEL Proximity è: ma i dazi doganali imposti dal presidente americano Trump colpiranno – e se sì, come – il commercio elettronico e i merchant che vendono online? E come correre ai ripari? 

Non è un segreto, infatti, che le tensioni commerciali USA-UE potrebbero cambiare la logistica, i costi e la strategia dei merchant online. In questo scenario, essere aggiornati non è solo utile: è strategico.

Ecco, quindi, tutto quello che dovresti sapere sul rapporto tra dazi doganali ed eCommerce.

Dazi USA: un déjà-vu che pesa (anche sull’eCommerce) 

Dopo anni di tregua apparente, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea sono tornare a far parlare di sé. E lo hanno fatto in grande stile, ricordate?

Cerchiamo di fare un veloce recap della situazione. 

Tutto inizia nel 2018, quando Donald Trump, durante il suo primo mandato, decise di imporre dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio provenienti da Unione Europea, Cina e altri Paesi, giustificando la mossa con motivazioni legate alla sicurezza nazionale e alla protezione dell’industria statunitense. 

La decisione scatenò però una serie di reazioni a catena: Bruxelles rispose con contromisure, colpendo prodotti simbolici come whiskey, jeans, motociclette e altri beni made in USA. Questa escalation tariffaria sembrava avviarsi a una fase di distensione con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca nel 2021, quando l’amministrazione statunitense sospese i dazi e avviò un processo negoziale con l’Unione Europea, in un tentativo di ripristinare il dialogo commerciale e abbattere le tensioni.

Tuttavia, come un déjà-vu, la situazione è tornata a complicarsi nel 2025, quando Trump ha annunciato la reimposizione di pesanti dazi (25%) su acciaio e alluminio provenienti dall’Unione Europea, una mossa che ha riacceso le preoccupazioni nel mondo del commercio globale. 

La risposta dell’Unione Europea non si è fatta attendere: il 12 marzo scorso, l’UE ha introdotto tariffe su prodotti americani per un valore complessivo di 26 miliardi di euro, in segno di ritorsione contro le nuove misure statunitensi.

A inizio aprile, però, la situazione ha preso una nuova piega, quando la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha proposto una tregua con l’accordo “zero per zero” sui dazi relativi ai beni industriali, una proposta che, se accolta, avrebbe potuto mettere fine alla spirale tariffaria tra le due potenze economiche. Tuttavia, al momento, la proposta è ancora in fase di stallo, con le due parti in attesa di ulteriori negoziati e decisioni politiche.

Quel che è certo, è che questa situazione continua a destabilizzare il panorama commerciale globale e, in particolare, quello europeo, con potenziali implicazioni rilevanti per l’eCommerce. 

Gli sviluppi in corso potrebbero infatti influire notevolmente sul flusso delle merci, sulla competitività dei prezzi e sulle modalità di spedizione, con ricadute dirette per i merchant che operano nel commercio online. Vediamole meglio. 

L’impatto diretto dei dazi sull’eCommerce

I dazi doganali, sebbene siano tradizionalmente associati al commercio fisico, hanno ormai un impatto anche sul mondo digitale, in particolare sull’eCommerce. 

Le nuove misure introdotte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, infatti, non solo influenzano i flussi di beni tra i vari paesi, ma ne modificano anche le dinamiche interne, costringendo i merchant a rivedere le loro strategie operative e a fare i conti con costi aggiuntivi. 

Ma come si riflettono concretamente questi cambiamenti sugli operatori e sui consumatori del mondo eCommerce?

Costi in salita (e margini giù)

L’introduzione dei dazi colpisce con un immediato aumento dei costi anche chi opera online, soprattutto chi importa prodotti extra-UE o componenti utilizzati per la trasformazione e la vendita. 

Questo aumento dei costi si riflette inevitabilmente e direttamente sul prezzo finale dei prodotti, mettendo le aziende di fronte a una scelta difficile: assorbire l’aumento dei costi e ridurre i margini di profitto, oppure trasferire l’aumento sui consumatori, rischiando di perdere competitività. 

Quest’ultima opzione, seppur comprensibile in alcuni casi, può però determinare una diminuzione della domanda, dal momento che i consumatori potrebbero preferire alternative più economiche. Le piccole e medie imprese, in particolare, potrebbero quindi trovarsi in difficoltà, dovendo scegliere tra un abbassamento della qualità o una riduzione della propria competitività sul mercato globale.

Inoltre, la necessità di rivedere i listini e le politiche commerciali per rimanere competitivi può portare a un ulteriore rallentamento della crescita, soprattutto per i merchant che non sono ancora attrezzati con sistemi efficaci di analisi dei costi e della concorrenza. La difficoltà nel mantenere prezzi aggressivi, infatti, potrebbe spingere molte aziende a riconsiderare i propri modelli di business e a ponderare se continuare a operare in determinate categorie merceologiche o mercati internazionali.

Spedizioni più lente e complesse

Quando i dazi aumentano, il sistema logistico internazionale ne risente immediatamente. Volendo provare a spiegarlo con una semplice relazione:

Più dazi = più controlli doganali = più tempi d’attesa

In altre parole, più dazi significano un aumento dei controlli doganali, con conseguente rallentamento nelle operazioni di importazione e spedizione, che si traduce in maggiori tempi di attesa.

Ogni prodotto importato o esportato è infatti sottoposto a controlli doganali più rigorosi, e questo significa inevitabilmente più tempo passato in dogana, più attese e una maggiore possibilità di blocchi nelle spedizioni. I ritardi sono infatti uno degli effetti collaterali più evidenti dei dazi. 

Questi rallentamenti si traducono in un’esperienza cliente meno soddisfacente, con un impatto diretto sulla conversione. Un cliente che ordina un prodotto online e vede la spedizione ritardata o bloccata, potrebbe non solo abbandonare l’acquisto, ma anche non tornare più a fare acquisti su quel sito. 

Dell’importanza dei tempi di spedizione per la Customer Experience abbiamo tra l’altro recentemente parlato proprio sul nostro blog. 

Ma non è tutto. Una logistica complessa può creare confusioni, errori nelle spedizioni e problematiche nei resi, peggiorando ulteriormente la fedeltà del cliente. In un mondo in cui la velocità e l’affidabilità delle consegne sono un fattore cruciale per fidelizzare i consumatori, ogni giorno in più nella spedizione potrebbe quindi rappresentare un passo indietro nella competitività di un’azienda.

Marketplace e dropshipping nel mirino

I modelli di business basati su marketplace internazionali e dropshipping sono tra i più vulnerabili ai dazi, soprattutto quando si tratta di fornitori situati in paesi che hanno già adottato misure doganali più severe. 

Il dropshipping, che prevede l’acquisto di merce da fornitori esterni e l’invio diretto ai clienti, è particolarmente colpito da queste dinamiche, in quanto non offre una gestione diretta della supply chain. I dazi sui prodotti importati possono erodere i già stretti margini di profitto tipici di questo modello, rendendo di conseguenza l’attività insostenibile. Inoltre, le complicazioni logistiche derivanti dall’aumento dei controlli doganali possono determinare ritardi nelle consegne, penalizzando ancora di più l’esperienza d’acquisto.

Nei marketplace globali, che vedono una forte presenza di venditori da paesi non appartenenti all’UE o agli USA, l’introduzione di nuovi dazi può aumentare significativamente i costi per i merchant, creando un effetto a catena che si riflette sul prezzo finale. Per i consumatori, questo si traduce in prezzi più alti, che potrebbero rendere meno attrattivo l’acquisto di prodotti da questi canali. Così, mentre i grandi player del mercato hanno margini di manovra per fronteggiare l’aumento dei costi, le piccole e medie imprese rischiano di essere escluse dal mercato per via di una concorrenza sempre più agguerrita e meno redditizia.

Come prepararsi (senza farsi prendere dal panico)

L’introduzione dei dazi può sembrare una sfida enorme per chi gestisce un’attività di eCommerce, ma con le giuste strategie è possibile affrontare la situazione con calma e competenza. 

Prepararsi senza farsi prendere dal panico è quindi fondamentale per non compromettere la stabilità aziendale. La chiave sta nel monitorare costantemente l’evoluzione delle normative e nel prendere decisioni logistiche e operative informate. Ecco qualche consiglio strategico che puoi seguire per prepararti al meglio. 

Monitoraggio costante

Il primo passo per affrontare l’impatto dei dazi è il monitoraggio costante delle normative in vigore e dei cambiamenti che potrebbero verificarsi.

Tieni quindi d’occhio le soglie di esenzione dai dazi, i paesi coinvolti e i codici doganali dei tuoi prodotti. 

Strumenti come quelli offerti dalle camere di commercio locali o piattaforme ufficiali come Access2Markets della Commissione UE sono fondamentali a questo scopo. 

Questo ti permetterà di pianificare con anticipo eventuali modifiche nei costi di importazione e di regolarti di conseguenza sulle tariffe da applicare ai tuoi prodotti.

Ripensare la supply chain

Una delle azioni più efficaci per ridurre l’impatto dei dazi sul tuo business è rivedere e ottimizzare la tua supply chain.

L’idea è quella di rendere la logistica più efficiente e ridurre il numero di frontiere da attraversare, minimizzando così i rischi di incorrere in costi aggiuntivi legati ai dazi e ai rallentamenti nelle spedizioni. 

Valuta quindi opzioni di logistica di prossimità, magazzini nell’UE o triangolazioni con partner locali. 

Investire in magazzini nell’UE può essere una strategia efficace per evitare l’imposizione di dazi su tutti i prodotti importati, dato che i beni immagazzinati all’interno dei confini doganali dell’Unione Europea non saranno soggetti a dazi durante il processo di vendita. Inoltre, la gestione locale consente di avere una maggiore flessibilità nella gestione dei resi, una logistica più snella e una riduzione dei tempi di consegna, tutti aspetti che migliorano l’esperienza di acquisto del cliente.

Un’altra opzione è quella di creare una triangolazione logistica con partner locali, ovvero stabilire relazioni con fornitori in paesi che abbiano accordi favorevoli con il tuo mercato di destinazione. Ad esempio, se hai clienti in Europa, potresti collaborare con un partner europeo che gestisce il magazzino e la spedizione, evitando così la necessità di esportare direttamente dai paesi extra-UE. Questa strategia consente di ridurre il numero di passaggi doganali e di semplificare la gestione delle spedizioni internazionali.

Trasparenza con i clienti

In un periodo di incertezze legate all’introduzione di nuovi dazi, la trasparenza con i clienti è fondamentale per mantenere alta la fiducia e prevenire malintesi.

Se ci saranno rallentamenti o aumenti, sarà meglio comunicarlo in modo chiaro e tempestivo ai tuoi clienti. 

Puoi utilizzare newsletter periodiche, banner temporanei sul sito web o FAQ aggiornate per spiegare chiaramente eventuali modifiche nei tempi di consegna, nei costi e nelle politiche di reso. La comunicazione proattiva non solo aiuta a mantenere un buon rapporto con i clienti, ma può anche trasformarsi in un vantaggio competitivo: i consumatori apprezzano l’onestà e la chiarezza, e sono più propensi a tornare a fare acquisti in un negozio che si dimostra trasparente e affidabile.

Dell’importanza della comunicazione, soprattutto nelle fasi di consegna degli ordini online, avevamo già avuto modo di parlare sul nostro blog. Puoi approfondire qui il tema. 

Se prevedi un aumento dei costi per i tuoi prodotti, potresti anche considerare l’opzione di inserire un piccolo supplemento nelle spese di spedizione per coprire i costi aggiuntivi senza trasferire completamente l’onere sui consumatori. 

In ogni caso, qualunque sia la tua scelta, l’importante è che il cliente sia ben informato e non si senta sorpreso o disorientato dalla situazione.

Nel frattempo, anche l’UE si muove

Nel frattempo, l’Unione Europea sta valutando la rimozione dell’esenzione dei dazi per spedizioni sotto i 150 euro, usata soprattutto da merchant extra-UE. 

Secondo le stime ufficiali, nel 2024 sono stati importati oltre 4,6 miliardi di pacchi low-cost. Se approvata, la riforma comporterebbe nuovi dazi tra il 5% e il 17% anche per ordini di piccolo valore.

Il dazio è servito (anche per l’eCommerce)

Insomma, come ormai è chiaro a tutti, i dazi stanno tornando protagonisti e potrebbero cambiare radicalmente il modo in cui vendiamo e spediamo online. 

Non si tratta (solo) di una questione di geopolitica, ma una sfida concreta per chi opera nell’eCommerce ogni giorno. Chi saprà leggere il contesto e adattare la propria logistica in modo smart sarà pronto ad affrontare questa nuova sfida e, come sempre, la prossimità potrà davvero fare la differenza.

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