Con 60.322 punti PUDO (Pick-Up Drop-Off) attivi al termine del 2024, l’Italia si conferma tra i principali mercati europei per dimensione assoluta della Rete Out of Home. Una cifra che, da sola, posiziona il nostro Paese sopra la Germania e immediatamente dietro a colossi come Regno Unito e Francia.
Eppure, dietro questi numeri positivi si nasconde una realtà più complessa: la densità per abitante resta ben al di sotto della media europea e il sistema logistico italiano è ancora lontano dall’avere una rete realmente capillare, integrata e interoperabile.
A fotografare lo stato dell’arte delle consegne Out of Home in Italia è il nuovo report “Out of Home Delivery in Europe 2025” di Last Mile Experts, che abbiamo già analizzato in un articolo dedicato al contesto europeo.
Nel nostro approfondimento abbiamo raccontato come il ritiro fuori casa sia diventato ormai uno standard logistico a livello continentale. In questo nuovo focus, invece, entriamo nel dettaglio del caso italiano, per capire dove siamo davvero, quali sono i limiti strutturali da superare e quali opportunità si aprono per operatori, corrieri ed eCommerce.
I numeri – e i ritardi – dell’Out of Home delivery in Italia nel 2025
L’Italia, lo abbiamo anticipato, chiude il 2024 con 60.322 punti PUDO unici attivi. Si tratta di una rete imponente che posiziona il nostro Paese tra i primi cinque mercati europei per dimensione assoluta, superando persino la Germania (16.285 PUDO unici) e avvicinandosi ai volumi di Regno Unito, Francia e Spagna. È un dato che testimonia una crescita costante della rete di ritiro fuori casa nel territorio italiano, soprattutto grazie all’espansione di convenzioni con edicole, supermercati, tabaccherie e negozi di prossimità.
Tuttavia, se l’Italia si dimostra forte sul fronte PUDO, resta invece indietro sull’infrastruttura automatizzata. I Locker (APM), che in molti Paesi europei costituiscono ormai lo zoccolo duro dell’Out of Home delivery, in Italia faticano ancora a decollare. Nella classifica dei primi cinque mercati per numero di APM l’Italia non compare affatto, mentre Paesi come Polonia (45.325 Locker), Francia (17.510), Regno Unito (15.565) e Ucraina (13.098) hanno sviluppato una presenza capillare di dispositivi self-service, attivi h24 e completamente automatizzati.
Questo squilibrio strutturale tra PUDO e APM riflette un modello OOH ancora molto legato a punti fisici presidiati, dove orari di apertura, localizzazione e disponibilità del personale restano fattori vincolanti.
Laddove altri mercati hanno già investito in reti Locker interoperabili e aperte a più operatori, in Italia siamo quindi ancora nella fase di frammentazione tra attori privati con reti proprietarie, poco integrate tra loro.
La densità resta il nodo cruciale
Se la dimensione assoluta della rete italiana è indubbiamente rilevante, a preoccupare è il dato sulla densità per abitante, che nel confronto europeo mette in evidenza un netto ritardo.
Secondo l’analisi di Last Mile Experts, l’Italia registra meno di 10 punti OOH ogni 10.000 abitanti: un valore ben al di sotto della soglia di maturità del settore. Basti pensare che la Polonia supera i 17 punti ogni 10.000 abitanti, seguita da Repubblica Ceca e Ungheria, entrambe oltre quota 13, mentre la media europea si attesta tra 12 e 17.
Questa discrepanza sottolinea come il modello OOH italiano sia ancora fortemente sbilanciato sul piano geografico. La maggior parte dei punti di ritiro e consegna è concentrata nei grandi centri urbani – Milano, Roma, Torino e Napoli – mentre nelle province minori e nei piccoli comuni permane una forte carenza infrastrutturale, una sorta di “zona bianca” logistica dove le alternative al delivery a domicilio sono limitate o del tutto assenti.
Il risultato è un’adozione a macchia di leopardo, che limita l’impatto sistemico dell’Out of Home delivery e ne riduce il potenziale sia in termini di efficienza per gli operatori, sia di esperienza per il consumatore. In uno scenario in cui il last mile rappresenta fino al 50% del costo logistico totale, colmare questo gap non è solo un’opportunità, ma una necessità competitiva per il sistema Paese.
Un mercato con potenziale inespresso
Nonostante i limiti infrastrutturali e territoriali, l’interesse verso il modello Out of Home in Italia è in crescita, sostenuto da una combinazione di fattori che ne stanno progressivamente aumentando l’adozione. Tra questi, gioca un ruolo sempre più rilevante l’espansione del re-commerce e delle piattaforme C2C e P2P, come Vinted, Wallapop, Subito e Zalando Pre-owned. In questo scenario, i punti di ritiro e consegna diventano la soluzione ideale per facilitare spedizioni tra privati e garantire flessibilità e sicurezza.
Nonostante segnali positivi, il modello OOH non è però ancora mainstream in Italia. Il report 2025 di Last Mile Experts sottolinea come la logistica last mile nel nostro Paese sia ancora orientata al delivery tradizionale, cioè alla cosiddetta Home delivery, con una penetrazione dell’OOH inferiore rispetto alla media europea sia in termini di utilizzo che di offerta. A rallentare la diffusione è un mix di fattori: la scarsa interoperabilità tra reti, la mancanza di standard tecnologici condivisi, e una limitata cultura logistica sia tra operatori commerciali che tra consumatori.
Ad oggi, infatti, la maggior parte dei Punti di Ritiro e Locker rimane gestita da operatori isolati – corrieri, catene retail, supermercati – spesso non condivisi tra loro. Il risultato? Ridondanza di rete, costi duplicati e sistemi informatici non interoperabili che ostacolano la diffusione dell’OOH.
Eppure, mai come oggi il contesto economico e sociale sembra pronto a spingere il cambiamento. Da un lato, l’aumento delle inefficienze legate al domicilio – per esempio, le mancate consegne – rendono urgente la ricerca di modelli alternativi. Dall’altro, cresce la pressione verso modelli di consumo e distribuzione più sostenibili, dove la riduzione delle emissioni legate al trasporto urbano diventa una priorità strategica.
Per trasformare questa spinta potenziale in una realtà operativa servono però scelte chiare e coordinate.
Cosa serve per far decollare davvero l’OOH delivery nel nostro Paese
Affinché l’Out of Home delivery possa compiere il salto definitivo anche in Italia, serve un cambio di passo su più fronti:
- Non basta aumentare i numeri assoluti: è fondamentale che la rete si estenda in modo omogeneo, includendo piccoli comuni, aree rurali e province secondarie, dove oggi l’offerta è ancora troppo limitata. Edicole, farmacie, negozi di quartiere, distributori automatici intelligenti possono diventare asset preziosi per democratizzare l’accesso al ritiro fuori casa.
- Un secondo passaggio, forse ancora più urgente, riguarda la piena interoperabilità tra le reti. Il futuro dell’OOH in Italia non può basarsi su infrastrutture chiuse e verticali, ma su sistemi aperti, carrier agnostic, integrabili facilmente tramite API. Solo così si potrà garantire un’esperienza fluida per l’utente e una maggiore efficienza per operatori e merchant.
- Accanto al lavoro degli operatori privati, è poi fondamentale il supporto istituzionale. Servono politiche pubbliche capaci di incentivare la diffusione di punti OOH nei piani di logistica urbana, agevolare l’installazione di Locker intelligenti, favorire l’uso condiviso delle infrastrutture attraverso normative dedicate e sgravi fiscali. Alcuni Paesi europei si stanno già muovendo in questa direzione, finanziando progetti di logistica sostenibile nei centri storici o integrando i punti OOH nei servizi pubblici locali.
- Infine, ma non meno importante, occorre investire in educazione logistica, sia lato business che lato consumer. Una vera adozione dell’OOH richiede campagne di sensibilizzazione per spiegare a retailer e operatori le potenzialità del ritiro fuori casa, ma anche iniziative rivolte ai consumatori, per far percepire l’OOH come un’opzione comoda, sicura, flessibile e sostenibile. In altre parole, non un’alternativa di ripiego, ma come una scelta smart.
Il ruolo strategico degli aggregatori tecnologici: GEL Proximity
In un contesto ancora frammentato e in evoluzione come quello italiano, GEL Proximity si posiziona come uno degli attori chiave per accelerare la diffusione dell’Out of Home delivery. Con una Rete di oltre 300.000 Punti di Ritiro e Locker, la tecnologia di GEL Proximity offre una risposta concreta ai limiti di interoperabilità e frammentazione che ancora caratterizzano il mercato nazionale, mettendo in relazione in modo fluido corrieri, eCommerce e consumatori finali.
Un riconoscimento importante arriva proprio dall’analisi di Last Mile Experts, che nel suo report 2025 – per la prima volta – inserisce GEL Proximity tra i principali player europei (ci trovi a pagina 119!).
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