Redazione
6 Dicembre 2022
Interviste

Fabio Mecarone, Marketing Manager Karma Metrix: Quanto inquina uno store online?

Internet è responsabile di quasi il doppio delle emissioni rispetto al traffico aereo. Il dato è sorprendente, eppure spesso si ignora quale sia il reale impatto del web. Ecco perché quando si parla di sostenibilità dell’eCommerce non basta guardare la natura del prodotto o il modo in cui viene imballato e consegnato, ma occorrerebbe porre attenzione anche all’impatto che uno store online può avere per l’ambiente. 

Ne parliamo con Fabio Mecarone, Marketing Manager di Karma Metrix

Fabio, ti va di raccontarci intanto che cos’è Karma Metrix e quali obiettivi si pone?

Karma Metrix è un percorso di sostenibilità digitale, primo nel suo genere in Europa, che misura, compara e migliora l’impatto ambientale di un sito web. Parliamo di percorso perché non ci limitiamo alla misurazione delle emissioni del sito (che avviene con un algoritmo proprietario patent pending), ma accompagniamo le aziende anche nella riduzione delle proprie emissioni attraverso l’individuazione delle aree su cui intervenire nelle pagine web per raggiungere un efficientamento energetico.

La digitalizzazione è di per sé un bene e sicuramente aiuta nel processo di transizione verso la sostenibilità, ma non dobbiamo commettere l’errore di pensare che il digitale abbia risorse infinite. Il nostro obiettivo è quindi sensibilizzare le persone e le aziende su queste tematiche e contribuire a rendere anche il web più eco-sostenibile.

Puoi fornirci degli esempi o dei paragoni molto concreti in grado di spiegare quanto inquini realmente il web?

Nei mesi scorsi si è parlato molto dell’inquinamento causato dai jet privati, che è giustamente un tema importante, ma partiamo proprio questo per fare un primo paragone: internet è responsabile di quasi il doppio delle emissioni rispetto al traffico aereo. Se fosse un Paese, il web sarebbe il terzo al mondo per consumo energetico e il quarto per emissioni di CO2, cioè a ridosso dei più grandi Paesi al mondo come Cina, India e Stati Uniti. Le sole 5 big tech americane, le così dette FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) emettono quanto Paesi come il Bangladesh, che ha più di 160 milioni di abitanti. Meta ha pianificato la costruzione di un nuovo data center fuori Madrid che si sviluppa su una superficie grande quanto il Principato di Monaco. Stiamo parlando di realizzazioni che cambiano l’assetto idrogeologico di una regione.

Quando parliamo di sostenibilità dell’eCommerce pensiamo prima di tutto alla sostenibilità dei prodotti, degli imballaggi o dei brand stessi. In secondo luogo, si pensa al trasporto e alla consegna. Ci sono degli altri aspetti dell’eCommerce, ignorati o meno noti, che impattano sull’ambiente?

Sicuramente il meno noto è proprio l’aspetto digitale. Oltre 6 persone su 10 non hanno la benché minima idea che Internet contribuisca ad emettere CO2. È per questo che per noi di Karma Metrix il primo aspetto fondamentale su cui lavorare è la consapevolezza. Non si può affrontare una questione se non la si conosce, ed è per questo che vogliamo lavorare da un lato sul creare consapevolezza nelle aziende, ma dall’altro anche nel collaborare con le aziende stesse per portare questi concetti al più vasto numero possibile di utenti e consumatori.

Un eCommerce manager che vuole capire quanto inquina il suo negozio eCommerce per eventualmente implementare una strategia di riduzione delle emissioni, cosa può fare?

Possiamo riassumere la strategia fondamentalmente in tre passaggi: misurazione, riduzione e comunicazione.

Misurare ci rende chiaro quanto il sito sia impattante a livello energetico. Ci sono siti che possono essere già per loro fortuna poco impattanti e sui quali quindi è meno prioritario intervenire, ma abbiamo anche visto casi in cui la situazione aveva margini di miglioramento enormi. Una prima idea è possibile farsela sul nostro sito, gratuitamente, testando il nostro tool su una singola pagina.

Fatta la misurazione si procede con un’analisi delle pagine del sito web per individuare gli elementi che impattano maggiormente su consumo ed emissioni. Nel nostro percorso offriamo pieno supporto alle aziende, indicando loro anche come fare per rendere più efficienti quegli elementi che non lo sono.

Infine, è fondamentale anche la comunicazione. È innegabile l’importanza per un’azienda del rendere trasparenti le proprie iniziative di sostenibilità. Come dicevamo prima, l’azienda comunicando contribuisce a creare quella consapevolezza di cui abbiamo ora bisogno.

Quali sono i primi accorgimenti da attuare per rendere un sito eCommerce più green?

Partirei da un intervento semplice che solitamente si può iniziare a fare senza il supporto degli sviluppatori: ottimizzare le immagini. Chi è responsabile di caricare i contenuti sul sito può prestare attenzione principalmente a tre aspetti:

  • non usare risoluzioni eccessive. Non c’è motivo di caricare un’immagine in alta risoluzione se è relegata ad un piccolo riquadro;
  • comprimere le immagini. Esistono un’infinità di tool online, anche gratuiti, che consentono con molta semplicità di compattare e ottimizzare in automatico le immagini, con notevoli riduzioni di peso ma senza perdere qualità;
  • usare formati recenti. Solitamente il più consigliato (anche da Google) è il webp, che ha già di base una compressione più efficiente rispetto, ad esempio, ai più comuni Jpeg e bitmap.

Ci sono poi altri elementi, come la UX e le scelte cromatiche del sito, che hanno certamente un impatto, ma altresì bisogno di essere discussi per valutarne fattibilità e onere.

Se volessimo invece dare dei consigli agli eShopper per essere meno impattanti durante la loro sessione di shopping online, cosa consiglieresti?

Anche in questo caso iniziamo dalle cose più semplici: 

  • preferiamo l’uso di temi scuri sul nostro dispositivo e passiamo alla dark mode su tutti quei siti che lo consentono;
  • riduciamo il numero di schede aperte in contemporanea sui browser perché aumentano il consumo energetico e, quindi, se siamo da mobile riducono la durata della batteria; 
  • riduciamo la luminosità dello schermo. Abbiamo davvero bisogno di tenerla al massimo mentre scegliamo che cosa acquistare? Eventualmente, se proprio ne abbiamo bisogno, alziamola temporaneamente mentre guardiamo immagini o video scuri che lo necessitano. Anche in questo caso la batteria dello smartphone ci ringrazierà.

A queste vanno poi affiancate a tutta una serie di buone pratiche più generali a cui bisognerebbe che tutti ci abituassimo. Si parla di cose che possono anche sembrare piccole, come ad esempio fare pulizia periodica dei file salvati su Cloud, ma che invece sono importanti per due aspetti che riguardano non solo il digitale, ma tutta la sostenibilità in generale.

In primo luogo, un piccolo gesto, se fatto da molti, ha un impatto rilevante; in secondo luogo, sono gesti che servono per darci un approccio migliore verso la sostenibilità. Se si è più attenti anche alle piccole cose si comincia a pretendere anche dalle altre persone e dalle aziende che abbiano la stessa attenzione.

Le nuove generazioni sono le più attente alle tematiche ambientali. Allo stesso tempo sono anche le più attive online. Come far combaciare queste due tendenze in un’ottica di sostenibilità?

In realtà le due cose non si escludono. L’errore ora sarebbe quello di demonizzare il web quando in realtà il web è già di per sè un aiuto: ad esempio, è meno impattante fare un web meeting con dieci persone, piuttosto che far prendere la macchina a dieci persone, magari provenienti da città diverse, per fare il meeting dal vivo. Ma bisogna cercare di fare un passaggio in più. Non solo efficientare grazie alla digitalizzazione, ma anche utilizzando il digitale in maniera responsabile e non come una risorsa infinita.

Ringraziamo Fabio Mecarone, Marketing Manager di Karma Metrix per la disponibilità e vi diamo appuntamento alla prossima intervista. 

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