Redazione
15 Giugno 2022
Interviste

Massimo Marciani: Le sfide dell’ultimo miglio

Gli acquisti degli italiani attraverso il canale online nel 2022 arrivano a 34 miliardi di euro, in crescita del +10% rispetto all’anno precedente. (…) Sono state gettate le basi per uno sviluppo importante del canale eCommerce”. Con queste parole abbiamo lasciato Valentina Pontiggia, Direttore Osservatori eCommerce B2c e Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano, ospite della prima intervista del nostro blog

Uno sviluppo rapido e in continua crescita, quello dell’eCommerce, che però ha importanti ripercussioni sull’intero sistema logistico – come abbiamo raccontato anche in questo approfondimento – sottoponendolo a un forte stress e a nuove sfide per il futuro. Ne abbiamo parlato con Massimo Marciani, presidente del Freight Leaders Council, Associazione che da oltre 30 anni contribuisce allo sviluppo della logistica sostenibile e dell’intermodalità. 

Durante la pandemia il settore ha vissuto un momento di forte stress, dimostrando però la sua cruciale importanza. Oggi si trova ad affrontare un’altra forte crisi legata a diversi fattori, tra cui la carenza di autisti. A cosa andremo incontro e quali soluzioni sono ipotizzabili per efficientare la catena logistica?

Indubbiamente il tema della mancanza di autisti è centrale per il settore fintanto che l’esecuzione dei servizi logistici sarà affidata all’essere umano. Oggi, infatti, assistiamo a uno sviluppo molto forte di automatismi sia all’interno che all’esterno del magazzino, ma credo che almeno per i prossimi anni ci sarà la necessità di avere autisti che consegnino le merci che vengono acquistate sui canali di eCommerce e, altresì, per le consegne alla tradizionale catena di negozi. Dal punto di vista delle soluzioni, la carenza di autisti può essere risolta solo efficientando il sistema e ottimizzando i momenti di scambio delle merci tra i diversi modi di trasporto, diminuendo cioè le ore di attesa degli autisti al carico e allo scarico. Fondamentale, inoltre, rendere questo lavoro più interessante e dignitoso facendo comprendere la sua pubblica utilità. 

L’ultimo miglio logistico è il tratto più inquinante dell’intera supply chain. Come renderlo più sostenibile dal punto di vista ambientale?

La consegna dell’ultimo miglio è ad oggi il terreno di maggiore competizione di tutte le aziende di distribuzione e di produzione. Questo perché le città, specialmente in Italia, sono molto pregiate, con centri storici importanti, è quindi fondamentale evitare azioni che vadano a deturpare questa bellezza ma che anzi mirino a valorizzarla agli occhi dei residenti, dei city user e dei turisti. Una delle possibili soluzioni per garantire la sostenibilità dell’ultimo miglio è dunque quella offerta dalla condivisione, riducendo il numero di veicoli che girano e condividendo gli spazi di prossimità, per esempio attraverso i micro-hub, evitando così le consegne punto a punto con tanti furgoncini che escono dalle diverse piattaforme per andare a raggiungere potenzialmente ogni numero civico. In altre parole, dovremmo cercare di consolidare le spedizioni facendo arrivare più pacchi in uno stesso punto, nel modo più sostenibile possibile. E in questo il veicolo elettrico e la cargo bike possono essere per esempio due soluzioni, in attesa del drone aereo.

La tecnologia sviluppata da GEL Proximity come può aiutare in tal senso il settore?

L’idea di GEL Proximity è estremamente innovativa perché coniuga due aspetti di cui ho parlato poc’anzi. Il primo è quella della condivisione: sarebbe impensabile che ogni azienda possegga dei propri Locker o Punti di Ritiro, perché ce ne sarebbero un numero infinito, per cui consolidarli permette che diversi operatori possano utilizzare una Rete condivisa. Un po’ quello che succede già con il Bancomat nel sistema bancario, dove ognuno di noi può prelevare da sportelli anche diversi rispetto a quelli della propria banca. Il secondo aspetto, altrettanto importante, è quello del consolidamento dei carichi. Individuando meno punti di consegna, conseguentemente anche il trasporto sarà più efficiente. Chi si occupa delle consegne quindi non solo ne avrà meno da effettuare, ma anche un numero inferiore di punti da raggiungere. 

Dall’intervista a Valentina Pontiggia è emerso che l’eCommerce sta crescendo esponenzialmente e, di conseguenza, anche la logistica urbana e di ultimo miglio necessita di essere ripensata. Quali sono i rischi legati a questo boom e come affrontarli?

Il tema della esplosione dell’eCommerce, causato anche dall’aumento della digitalizzazione e della confidenza con il denaro elettronico da parte degli utenti, è stato sicuramente forzato durante il lockdown e, come un’onda lunga, continuando anche in questa fase di post pandemia. La possibilità di ordinare la merce comodamente da casa propria e vederla recapitare senza dover necessariamente uscire o mentre si fa altro è sicuramente un grandissimo privilegio oltre che un vantaggio rispetto al commercio tradizionale. Quello che bisognerebbe evitare, però, è creare una contrapposizione tra il canale fisico e quello digitale. Un approccio omnicanale, che è quello che stanno seguendo le principali aziende di retail e i principali operatori del settore, può sicuramente essere una soluzione in grado di coniugare il vantaggio di avere una vetrina potenzialmente infinita su una piattaforma elettronica con quello di avere invece la comodità del negozio sotto casa che pur con un assortimento minore consente, andandoci magari a piedi o in bicicletta, di acquistare quello che serve con immediata disponibilità.

Si è parlato più volte della cosiddetta “logistica del capriccio”. Qual è il significato di questo termine e come affrontare questa tendenza?

Il padre del termine “logistica del capriccio” è l’Ing. Antonio Malvestio, past president del Freight Leaders Council, che l’ha utilizzato per la prima volta nella stesura di un documento curato dall’Associazione sul tema della logistica urbana. Il termine descrive la logistica trainata dalla domanda, e quindi dalle necessità dei singoli, come appunto “logistica del capriccio”. Questo perché se non attribuiamo un valore, e quindi un costo, alla logistica siamo portati a ordinare online tutto quello che ci serve pretendendo la consegna il prima possibile. Immaginiamo se tutti quanti noi ci spostassimo utilizzando un Suv, da una parte all’altra della città, senza pianificazione e senza il minimo interesse rispetto alle azioni e alle necessità degli altri.  Così facendo le nostre città sarebbero invivibili. Ecco, per quanto riguarda la logistica il meccanismo è simile. Rispetto alla mobilità delle persone, che può avvenire anche senza una ragione, la mobilità delle merci avviene esclusivamente sulla base di una richiesta da parte della domanda. Se oggi assistiamo al passaggio dall’eCommerce al quick-commerce, o ancora peggio all’instant commerce, con consegne evase nell’arco di una giornata o di poche ore, è perché c’è una domanda che è in qualche modo giusto che venga soddisfatta. Altresì però, tutto questo dovrebbe essere coniugato con il tema della sostenibilità e quindi del costo associato a questi servizi. Se non si segue questa strada il rischio è quello di compromettere le necessità di molti per le esigenze di pochi. 

 

Ringraziamo Massimo Marciani e vi invitiamo a seguire le attività del Freight Leaders Council, Associazione attiva per promuovere una logistica sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. 

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