Nel 2025 il mercato italiano delle consegne eCommerce ha vissuto una trasformazione profonda.
Fra pressioni sui costi, crescita dei volumi, investimenti infrastrutturali e nuove -sempre più esigenti – aspettative dei consumatori, la logistica dell’ultimo miglio si trova oggi in una fase di riposizionamento strategico. Una trasformazione che riguarda non solo i grandi corrieri, ma anche retailer, operatori logistici e piattaforme tecnologiche che abilitano la consegna e il ritiro in modalità Out Of Home.
Secondo l’“Italian last-mile delivery market analysis” pubblicata da Tembi – uno dei rapporti più completi sull’eCommerce e sulla last-mile delivery in Italia – emergono numeri e trend che raccontano un mercato in evoluzione, pronto ad accogliere una crescita significativa dei Locker e dei Punti di Ritiro.
Anche per questo, il 2026 sarà verosimilmente un anno chiave per l’adozione diffusa dei servizi Out Of Home, con un ruolo decisivo giocato da piattaforme di interoperabilità (sì, proprio come GEL Proximity!)
Ecco tutto quello che devi sapere su come sta cambiando il mercato italiano dell’ultimo miglio.
Un mercato che supera il miliardo di pacchi: l’eCommerce italiano nel 2025
Nel 2025, l’Italia si conferma uno dei mercati più rilevanti in Europa per volume di retailer online attivi. Quest’anno, infatti, si è raggiunta quota 94.724 store digitali attivi.
Il mercato è abbastanza frammentato e composto prevalentemente da merchant di piccole e medie dimensioni: i retailer classificati come “very large” rappresentano infatti meno dell’1%.
A livello di volumi, invece, il mercato italiano supererà il miliardo di pacchi spediti nel corso dell’anno. Un dato chiave per comprendere il crescente impatto delle consegne eCommerce sulle reti urbane e sulle capacità operative dei corrieri.
Le categorie merceologiche che guidano la crescita
Un altro dato utile per comprendere la natura del mercato riguarda la distribuzione delle categorie di prodotto.
La categoria più rappresentata è “Clothes & Shoes” con il 12,08%, seguita da Food & Groceries (6,66%) e Beauty & Personal Care (5,37%).
Tutti settori con elevata frequenza d’acquisto e tassi di reso piuttosto alti, che hanno un impatto diretto sui flussi di consegna e, soprattutto, sul tema della gestione dei resi, una delle aree in cui i servizi Out Of Home stanno ottenendo maggiore attenzione da parte degli operatori logistici.
L’Italia è ancora “home delivery centrica”, ma la transizione verso l’OOH è inevitabile
Nonostante la crescita esponenziale dell’eCommerce, c’è però un dato sorprendente: il mercato italiano rimane ancora fortemente orientato verso la consegna a domicilio. Addirittura, l’89% dei retailer offre esclusivamente come opzione di consegna l’home delivery, mentre le alternative Out Of Home, come Locker e Punti Di Ritiro, risultano ancora scarsamente presenti nei checkout.
I dati che emergono parlano chiaro:
- solo 4,9% degli store offre sia home delivery sia PUDO come opzioni di consegna;
- l’1,2% offre sia home delivery che Locker;
- appena lo 0,15% offre tutte e tre le modalità (home delivery + PUDO + Locker).
Questi numeri confermano che l’Italia soffre ancora un significativo “Out Of Home adoption gap” rispetto ad altri mercati europei dove il tasso di adozione di metodi di consegna alternativi e più sostenibili è già molto più elevato e in cui Locker e PUDO sono già parte integrante della consumer experience.
Le conseguenze operative di questa mancanza sono importanti. Tra le principali:
- aumento dei tentativi di consegna falliti
- costi più alti per i corrieri
- mancata efficienza complessiva nella gestione dei picchi stagionali.
Insomma, un ritardo che si paga a caro prezzo.
Prezzi a confronto: l’OOH è più conveniente della consegna a domicilio
Sì, perché anche il costo medio delle consegne cambia, e di parecchio. Secondo i dati di Tembi, il prezzo medio di una consegna home delivery in Italia è pari a €6.50, mentre il costo medio delle consegne OOH scende a soli €5.80.
Una differenza significativa che riflette l’efficienza operativa tipica delle consegne Out Of Home, dove i corrieri possono recapitare molti pacchi nello stesso punto di ritiro anziché effettuare singole consegne domiciliari. E se un servizio è al contempo più economico, più efficiente e più sostenibile, è evidente come l’OOH rappresenti un’opportunità concreta per gli operatori logistici e per le piattaforme eCommerce che vogliono migliorare i propri margini.
Locker e PUDO: l’Italia accelera
Proprio per questo motivo, in realtà, in Italia si sta assistendo ad una fase di forte accelerazione delle soluzioni Out Of Home, con un’espansione significativa della Rete OOH.
Per citare alcuni esempi virtuosi, Poste Italiane e DHL hanno avviato un piano congiunto per installare 10.000 nuovi Locker sul territorio italiano, mentre DPD BRT, grazie all’acquisizione di Fermopoint, punta a raggiungere quota 4.000 Locker entro i prossimi cinque anni. Non possiamo infine non menzionare la rete di InPost, che nel 2025 supera già i 3.000 Locker installati. Infine, anche GLS ha iniziato nel 2025 ad espandere la propria rete di Locker su tutto il territorio nazionale.
Insomma, la crescita simultanea delle reti dei principali provider dimostra che l’OOH non è più un servizio accessorio, ma un’infrastruttura strategica per migliorare marginalità, ridurre le emissioni e garantire consegne affidabili.
White-label checkout: il “grande buco nero” della visibilità dei corrieri
Un altro dato particolarmente rilevante è la diffusione dei checkout white-label, ovvero un sistema in cui il cliente non vede né sceglie il corriere che effettuerà la consegna.
In Italia, tra il 40% e il 57% dei retailer utilizza questa soluzione, con una diffusione che aumenta al crescere delle dimensioni dello store online.
Ma perché è un problema?
I checkout white-label semplificano il percorso d’acquisto per il cliente, ma spesso penalizzano la visibilità delle opzioni di consegna. In altre parole, anziché mostrare corrieri e servizi specifici, questi sistemi presentano solo etichette generiche come “Standard”, “Express” o “Economy”, senza evidenziare l’esistenza di alternative come Locker o Punti di Ritiro. La conseguenza è che i consumatori non vengono messi nelle condizioni di scegliere consapevolmente modalità più efficienti, sostenibili o adatte alle loro esigenze, e i retailer finiscono per ridurre un valore competitivo potenzialmente rilevante.
La piattaforma di GEL Proximity, pur integrandosi anch’essa in modalità white-label, opera in senso completamente opposto: non nasconde le opzioni, ma anzi le abilita e le valorizza. La piattaforma permette infatti ai merchant di integrare facilmente Locker, PUDO e servizi OOH di diversi provider, rendendoli visibili nel checkout in modo chiaro e strutturato. Il risultato è un’esperienza di consegna più ricca, personalizzabile e davvero flessibile, che migliora conversioni e performance logistiche.
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Perché l’Out Of Home è l’infrastruttura chiave per il 2026
Alla luce dei dati presentati, la direzione dell’Italia nei confronti della logistica di ultimo miglio è quindi chiara: il 2026 sarà l’anno in cui l’Out Of Home diventerà uno standard infrastrutturale per l’eCommerce italiano.
Per eCommerce, corrieri e retailer, integrarsi oggi significa ottenere tre vantaggi immediati:
- una rete estesa che consente maggiore flessibilità,
- un abbattimento dei costi legati al fallimento delle consegne,
- un miglioramento misurabile nella customer experience e nella sostenibilità delle operations.
GEL Proximity è già oggi uno dei principali abilitatori di questa transizione. Con oltre 500.000 Punti di Ritiro e Locker, la nostra piattaforma permette infatti ai retailer e agli operatori logistici di accedere alla più vasta rete OOH in Europa, senza complessità tecniche e con una gestione centralizzata delle preferenze di consegna dei consumatori.
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