Tra i principali problemi che un eCommerce si trova a dover affrontare c’è sicuramente quello dell’abbandono del carrello degli acquisti. Un tema che abbiamo già affrontato su questo blog, fornendo anche alcuni consigli utili per aumentare le conversioni.
Ma come è cambiato negli ultimi anni l’approccio dei consumatori alla fase di checkout? Lo rivelano i dati dell’ultima Ricerca condotta dal Baymard Institute. Li abbiamo analizzati e confrontati per voi.
Uno sguardo al passato
Nel 2021, il tasso medio di abbandono del carrello degli acquisti online, secondo i dati dell’Istituto Baymard, era del 69,8%. 7 utenti su 10 non arrivavano quindi a completare la transazione dopo aver aggiunto dei prodotti al proprio carrello.
Tra le principali cause di abbandono c’erano: costi di spedizione elevati (55%), richiesta da parte del sito di aprire un account (34%), processo di check-out troppo lungo o complicato (26%), sito ritenuto poco affidabile per inserire i dati della carta di credito (17%), crash del sito web (17%) e, infine, opzioni di pagamento insufficienti (6%).
Perché gli eShopper abbandonano al checkout
I dati 2022
Putroppo, nonostante l’eCommerce abbia continuato la sua crescita e sempre più utenti ripongano fiducia in questa modalità di acquisto, i numeri non sono migliorati di molto: nel 2022 il tasso medio di abbandono del carrello è stato del 68,8%, un solo punto percentuale in meno rispetto all’anno precedente. Ciò significa che ancora oggi 2 utenti su 3 scelgono di abbandonare i propri nel proprio carrello virtuale, senza completare l’acquisto.
Guardare, ma non comprare
Una scelta che, come si legge nel Report, è in parte da attribuire ad una naturale modalità con la quale gli utenti navigano nei siti eCommerce. Come spiegano dall’Istituto Baymard, infatti, “Si tratta di utenti che fanno shopping in vetrina, confrontano i prezzi, salvano gli articoli per dopo ed esplorano le opzioni regalo” senza essere realmente intenzionati a portare a termine gli acquisti.
Il 58,8% degli acquirenti online statunitensi presi in analisi, infatti, dichiara di aver abbandonato il carrello perché “stavo solo navigando/non ero pronto per l’acquisto”. Nulla di diverso da quanto accade regolarmente con lo shopping tradizionale, dunque, in cui prima di procedere con un acquisto molto spesso si varcano le soglie di diversi negozi prima di trovare il prodotto perfetto che si stava cercando. Guardare, ma non comprare. Un vecchio mantra che sembra valere anche per lo shopping online.
I principali motivi di abbandono al checkout
Non tutti gli abbandoni, naturalmente, sono però dettati dalla semplice volontà di “curiosare” alla ricerca di qualche occasione.
Rispetto alla precedente Ricerca, infatti, si scopre che i costi legati alla spedizione, ritenuti troppo elevati da parte degli utenti, rappresentano ancora oggi il principale motivo di abbandono del carrello, seppur la percentuale sia scesa dal 55% del 2021 al 48% del 2022.
In seconda posizione, con il 24%, troviamo la richiesta da parte dei siti eCommerce di creare un account personale per poter finalizzare l’acquisto. Nel 2021 la percentuale era del 34%.
La terza posizione, così come la prima, è legata alla spedizione degli ordini. Il 22% degli utenti ritiene infatti che i tempi per la consegna siano troppo lenti.
Seguono la scarsa fiducia nel sito web (18%, +1% sul 2021) che porta gli utenti a non voler inserire i dati della propria carta di credito; un processo di checkout ritenuto troppo lungo o complesso (17% contro il 26% del 2021); l’impossibilità di calcolare il costo totale dell’ordine (per esempio incluso di tasse) per il 16% degli utenti; errori e crash del sito (13% contro il 17% del 2021); la mancanza di un policy di reso soddisfacente (12%); la scarsità di metodi di pagamento (9%, in crescita rispetto al 6% del 2021) e, infine, il rifiuto della carta di credito (4%).
![](https://gelproximity.com/wp-content/uploads/2023/04/Baymard.png)
Fonte: Baymard Institute
Come risolvere le problematiche
Come rilevato dal Baymard Institute, un design di checkout migliore è in grado, di per sé, di aumentare il tasso di conversione medio del 35%; ma non possiamo fare a meno di notare che unendo la prima e la terza causa più frequente di abbandono del carrello, il 70% degli abbandoni è legato al tema delle spedizioni, ritenute troppo costose o lente. Problema che GEL Proximity può contribuire a risolvere.
Modalità di consegne alternative alla tradizione Home Delivery, come Locker e Punti di Ritiro, infatti, consentono di ridurre costi e tempi di consegna. Come recentemente rivelato dall’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano, infatti, mettendo a confronto Home Delivery e Out Of Home in un contesto urbano e in un contesto più rurale si scopre che grazie ai Parcel Locker è possibile risparmiare in termini di euro per consegna fino a 60% nel caso di un contesto urbano e fino al 65% nel caso di un contesto più rurale. A beneficiarne è anche l’ambiente: guardando infatti alle emissioni di CO2, con Parcel Locker è possibile risparmiare fino al 73% di emissioni in città e fino al 76% nei contesti extra urbani, a patto che il cliente non si allontani da quello che è il tragitto che normalmente avrebbe percorso.
In altre parole, come amiamo ripetere, la logistica gioca un ruolo fondamentale per l’eCommerce, anche nella fase di checkout.
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