L’ultimo miglio è il tratto più inquinante dell’intera catena logistica. Si stima, infatti, che il traffico merci contribuisca tra il 20 e il 30% dell’inquinamento dell’aria nelle città e addirittura del 40% delle emissioni di NOx (ossidi di azoto) nelle principali aree urbane europee. I veicoli per il last mile, come abbiamo raccontato già in un precedente approfondimento su quanto inquina la logistica last mile, rappresentano oggi quasi un terzo del traffico totale delle città.
E non è tutto. Secondo il World Economic Forum, il numero di veicoli commerciali leggeri per la consegna urbana delle merci, come furgoni e pick-up il cui peso non supera le 3,5 tonnellate, aumenterà del 36% entro il 2030 se non viene attuato fin da subito alcun intervento.
Il boom dell’eCommerce, in altre parole, rischia di danneggiare irreparabilmente le nostre città se gli operatori del settore non corrono subito ai ripari per cercare di contenere l’inquinamento.
Cosa fare quindi?
Decarbonizzare la logistica last mile: ecco come
Veicoli elettrici, hub urbani e big data sembrano essere le soluzioni più gettonate per ridurre le emissioni inquinanti legate alla logistica di ultimo miglio, ma non sono le sole.
1. Veicoli elettrici
Per quanto riguarda i veicoli elettrici, sempre più case produttrici si stanno adeguando alle esigenze del tempo lanciando sul mercato vari modelli con batterie di diverse dimensioni e quindi in grado di rispondere agli obiettivi di decarbonizzazione fissati anche dall’Unione europea per il 2030 e il 2050 con il Green Deal, ossia il “Patto verde” europeo che mira a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il decennio rispetto ai livelli del 1990.
La capacità di carico sarà un elemento indispensabile per garantire il successo della soluzione.
2. Hub urbani
Un’altra possibile soluzione ha a che fare con gli hub urbani, ossia dei magazzini situati alle periferie delle maggiori città e che offrono sempre maggiori possibilità di ricarica dei veicoli commerciali elettrici.
Abbiamo già parlato in precedenza, per esempio, dell’aumento dei cosiddetti “Dark Store”, cioè magazzini di prossimità situati in punti strategici e dedicati esclusivamente agli ordini online, pronti a servire in poco tempo le richieste del mercato di riferimento.
3. Tecnologia e Big Data
Anche la tecnologia e i Big Data possono fornire risposte efficaci al problema dell’inquinamento legato alla logistica. Grazie ai dati raccolti è infatti possibile ottimizzare le consegne di ultimo miglio, riducendo per esempio le corse a vuoto e scegliendo il percorso migliore per la consegna.
4. Locker e Punti di Ritiro
Come anticipato, però, non è tutto. Le soluzioni per garantire una logistica di ultimo miglio più sostenibile prevedono per esempio anche l’utilizzo di Locker e Punti di Ritiro, cioè la possibilità di sfruttare degli appositi armadietti o delle attività commerciali già esistenti, come edicole, supermercati, uffici postali e negozi di vario genere per il ritiro della merce o per i resi.
Quest’ultima soluzione, infatti, non solo è in grado di garantire il 100% delle consegne, con un notevole impatto sul numero delle corse e quindi sull’inquinamento atmosferico, ma permette al consumatore di organizzare la consegna nella maniera per lui più pratica e comoda, scegliendo il luogo e l’ora del ritiro. In altre parole, soddisfa il cliente e fa bene all’ambiente.
E gli utenti, infatti, sembrano apprezzare tale possibilità, tanto che il 60% dei consumatori italiani considera molto importante la possibilità di scegliere dove un prodotto ordinato online sarà consegnato.
In questo articolo abbiamo parlato anche di 5 soluzioni per incentivare l’utilizzo dei Locker.
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