Redazione
14 Giugno 2023
Trend

Regno Unito: il Paese del Click&Collect

Quello del Regno Unito è uno dei mercati digitali più sviluppati al mondo nonché una delle principali destinazioni delle esportazioni italiane anche se, come si legge nel report “Il mercato eCommerce nel Regno Unito post Brexit” dell’Agenzia ICE, “le lunghe e travagliate vicende legate all’uscita dall’Unione Europea hanno avuto conseguenze pesanti”.

Abbiamo quindi analizzato tutti i dati relativi al commercio elettronico nel Paese per capire in che direzione si sta muovendo e come si posiziona rispetto all’Italia.

Quanti sono gli Internet Users e gli e-Shopper nel Regno Unito

Nel 2022 gli Internet Users nel Regno Unito erano il 98% della popolazione; di questi, l’86% ha portato a termine almeno un acquisto online nel corso dell’anno. Una percentuale in crescita del 2% rispetto al 2021 che posiziona così il Regno Unito al settimo posto in Europa per numero di e-Shopper.

Come anticipato, però, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, meglio nota come Brexit – formalmente annunciata dal governo britannico nel marzo 2017 e concretizzatasi il 31 dicembre 2020 – ha portato con sé notevoli ripercussioni anche per il commercio elettronico.

Il numero degli eShopper britannici, infatti, come evidenziato dai dati Eurostat/Statista riportati nell’European Ecommerce Report 2022, dopo un aumento registrato tra il 2017 e il 2020 quando hanno raggiunto quota 92% con una spesa di 141,33 miliardi di sterline nel mercato eCommerce, è calato di 8 punti percentuali nel 2021 e solo nel 2022 è ritornato a crescere.

Nonostante il calo dei consumatori online, nel 2021 l’eCommerce rappresentava il 37,1% delle vendite totali al dettaglio, cifra salita al 37,8% nel 2022 e stimata al 38,1% nel 2023. Entro il 2025 si stima che la percentuale raggiungerà il 38,6%.

Quali sono i principali settori dell’eShop nel Regno Unito

Il comparto che registra più vendite online nel Paese è quello della moda con 25,2 miliardi di dollari spesi online, seguito da giochi, hobby e fai da te (16,3 miliardi di dollari), elettronica (15,9 miliardi di dollari), cibo e cura per la persona (14,8 miliardi di dollari) e, infine, arredamento e accessori (12,4 miliardi di dollari).

Dove acquistano gli eShopper britannici

Il 73% degli acquisti online vengono effettuati su siti inglesi, il 16% su siti UE e il restante 11% su siti exta-UE.

A tratte il massimo beneficio dall’aumento di domanda di vendita al dettaglio online, però, sono stati i marketplace e in particolare Amazon che con 446,5 milioni di visite mensili ha raggiunto i 31,1 miliardi di sterline a fine 2020. Seguono eBay e ASOS, rispettivamente con 355,5 milioni e 54,3 milioni di visite mensili, Argos – negozio online specializzato in elettronica, prodotti per casa e giardino, abbigliamento, giocattoli e attrezzature sportive – con 51,2 milioni di visite; Asda – di proprietà del colosso americano Walmart – con 25,6 milioni di visite al mese e infine Tesco con 25,5 milioni di visite al mese (dati Similarweb).

La logistica per eCommerce nel Regno Unito

Dal punto di vista della logistica per eCommerce, i livelli di servizio sono molto elevati: consegne entro 24 ore, Click & Collect, prenotazioni con pagamento alla consegna e tracciamento dello stato dell’ordine sono infatti servizi apprezzati e abituali per i consumatori britannici.

I resi eCommerce nel Regno Unito

Anche dal punto di vista dei resi, per i quali gli acquirenti online del Regno Unito sono molto inclini (nel 2020 hanno registrato un valore di circa 8,7 miliardi di euro), la possibilità di scegliere tra diverse modalità di ri-consegna del pacco è ritenuta fondamentale e metodi alternativi al ritiro presso l’abitazione sono spesso preferiti: il 73% degli eShopper britannici si reca infatti all’ufficio postale in caso di reso di un prodotto; seguono la raccolta tramite corriere (62%), nel punto vendita (61%), presso un Punto di Ritiro (47%) e infine, con il 28%, la consegna dei resi presso i Locker.

I Locker nel Regno Unito

Per quanto riguarda proprio la Rete di Locker nel Regno Unito, lo scorso marzo InPost, operatore logistico polacco tra i più noti per i servizi Out Of Home, ha annunciato di aver raggiunto quota 5mila micro-hub automatizzati. I volumi di InPost nel terzo trimetre del 2022 sono infatti aumentati del 227% nel Regno Unito rispetto all’anno precedente e sempre più consumatori online richiedono servizi di consegna fuori casa (OOH).

In tutto il Paese, i Locker raggiungono quindi le 290.000 unità e quasi la metà dei residenti delle città di Londra, Birmingham e Manchester vive nel raggio di sette minuti a piedi da un InPost Locker. “Negli ultimi 12 mesi abbiamo riscontrato nel Regno Unito una grande richiesta di servizi di consegna dei pacchi comodi e senza problemi, e il ritmo di crescita dimostra che questa mentalità è destinata a rimanere” ha dichiarato Michael Rouse, CEO di InPost International, sottolineando inoltre come “in un momento in cui le principali città stanno cercando di ridurre il traffico stradale e le emissioni inquinanti, le opzioni OOH rappresentano una soluzione reale e d’impatto per soddisfare le esigenze della comunità”.

Locker a sostegno delle vendite retail

Una scelta che, tra l’altro, aiuta anche il commercio fisico, dal momento che secondo una ricerca condotta in collaborazione con Lidl oltre la metà degli utenti (54%) che hanno usato un Locker InPost posizionato in un punto vendita Lidl del Regno Unito hanno poi effettuato anche un acquisto presso il punto retail, confermando che l’utilizzo del Locker è stato il motivo principale dell’acquisto.

I servizi di Click & Collect nel Regno Unito  

Per quanto riguarda invece il mercato britannico dei servizi di Click and Collect, secondo il rapporto GlobalData le vendite online con questa modalità di consegna hanno raggiunto nel 2022 il valore di 9,6 miliardi di sterline rappresentando il 12,9% della spesa totale online. Oltre il 40% dei negozi fisici nel Regno Unito offre infatti già questo servizio per il ritiro e il reso degli ordini online e sempre più brand stanno implementando il servizio nei punti vendita retail (dati Barclays).

Sul fronte delle consegne alternative alla tradizionale Home Delivery il Regno Unito si dimostra quindi per il momento più avanti rispetto all’Italia, anche se ciò apre all’opportunità che presto anche nel nostro Paese assisteremo allo sviluppo di una vera e propria cultura dell’Out Of Home in grado di rendere l’eCommerce più sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico.

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